RADICI è un progetto culturale gestito dall'associazione Dioniso Nella Botte in collaborazione con l'Orto Botanico dell'Università di Catania, facente parte del percorso In Studiis Artistarum.
Lo scopo dell'iniziativa è quello di esplorare il concetto di "radice" connettendolo a livello artistico e scientifico, utilizzando, come laboratorio sperimentale e spazio espositivo, l'Orto Botanico di Catania. Radici si alterna in tre sezioni. Nella prima, gli artisti Francesco Cornacchia, Luisa Denti, Isabella Deligia, Alice Ricci e Davide Saba hanno elaborato dello opere basate sul tema in oggetto, con un approccio multiculturale fondato sulla corrispondenza fisica e filosofica che lega il mondo vegetale e quello umano. Le opere hanno dato vita vita ad una mostra site-specific allestita negli spazi verdi dell'Orto Botanico dal 20 ottobre al 31 dicembre 2023.
Parallelamente, sono stati indetti un concorso letterario e uno artistico, per invitare il pubblico ad un coinvolgimento emotivo e riflessivo.
Le radici, la parte meno visibile delle piante, sono una fonte d'ispirazione artistica inesauribile per la gran varietà di tipologie e funzioni che assumono e per le connessioni culturali che hanno accumulato nei secoli. L’apparato radicale è in stretto contatto con la terra ma non solo, infatti, attraverso esso, alcuni esemplari sviluppano simbiosi con altre specie vegetali in modo non parassitario (come nel gen. Rafflesia), o convivenze con funghi (micorrize) e batteri azotofissatori (noduli radicali). La maggior parte delle radici sono sotterranee e si sviluppano, a seconda della specie, in tutte le direzioni alla ricerca di acqua e nutrienti. Per resistere all’aridità degli habitat desertici, la radice di Boscia albitrunca arriva a una profondità di 70 metri; Ficus macrophylla emette dai suoi rami radici aeree colonnari che si tramutano in tronchi supplementari con funzioni di sostegno, conferendo all’albero il caratteristico aspetto intricato e maestoso. Radici avventizie con funzione di ancoraggio permettono a numerose specie di diventare rampicanti, come la classica edera (Hedera helix), mentre alcune mangrovie, come Avicennia marina, hanno radici respiratorie (pneumatofori) che consentono alla pianta di poter captare direttamente l’ossigeno atmosferico. Alcune radici, infine, possono tuberizzarsi dando origine a particolari organi di riserva che, come nel caso della manioca, sono diventate un elemento della dieta di molte popolazioni africane.
Il fascino delle radici ha svincolato la parola da un contesto prettamente botanico, il significato del termine si è tramutato in varie forme, portando con sé il senso che deriva dalla biologia. Sono radici i nostri avi, le origini, la nostra cultura, i nostri usi e costumi. Abbiamo radici nel corpo, nei denti, nel sistema nervoso e negli organi che originano altri organi. Letteralmente, le radici sono le cause, mentre i frutti le conseguenze. In senso astratto, anche i sentimenti mettono radici nel cuore e nell’animo delle persone. Nella linguistica, le radici sono il nucleo concettuale delle parole di una stessa famiglia etimologica, irriducibile e portatore di un’idea comune fondamentale. Anche nella matematica la radice dei numeri ci permette di trovare la base, l’origine, oppure se è di un’equazione ci fa arrivare all’identità e al valore reale delle incognite.