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PRINCIPESSA DELLA SOLITUDINE

C'era una volta una principessa Allegra che viveva in un Regno allegro e festoso.

Al castello dei suoi genitori si svolgevano spesso feste sontuose con banchetti succulenti, musica, balli, bagni in piscina e tanti ospiti. La sua infanzia fu felice e spensierata; Allegra si sentiva molto fortunata, circondata dall'amore dei suoi genitori e dei suoi fratelli, piena di amici e con una vita piena di giornate gioiose.

Al compimento del diciottesimo anno di età, il re padre la chiamò e le disse: - Allegra, ormai sei grande e devi pensare alla tua istruzione e al tuo futuro. Andrai a studiare in un altro regno per imparare più cose e conoscere il mondo fuori di qui -.

Allegra ci rimase male; aveva sempre studiato fin da bambina, con la mamma che le faceva da insegnante in tutte le materie, e pensava che quello fosse sufficiente per la sua istruzione. Obbedì comunque al padre e partì per il regno che lui aveva scelto per lei dove si ritrovò a studiare una lingua diversa, una storia diversa, e si adattò a nuove abitudini e stili di vita. La sua mamma però insisteva che tornasse per ogni festa e ricorrenza, anche quando lei doveva studiare o aveva altri impegni; Allegra era felice di accontentarla perché grazie a quello si sentiva molto amata e tornando a casa ritrovava l'amore della sua famiglia e la gioia delle feste al castello.

Un brutto giorno però il regno degli studi in cui lei si trovava si ammalò. Un virus subdolo si stava spargendo fra gli abitanti di quel regno e molti ne morivano. Il re di quel regno, che non aveva mai studiato ed era diventato re solo perché figlio del re precedente, non sapeva che pesci pigliare e ordinò a tutti di restare chiusi in casa e di non avere contatti con nessuno. Allegra non era abituata a stare sola in casa senza fare niente e si spaventò. Decise di tornare al suo castello finché il virus non fosse scomparso, ma quando arrivò alle porte del suo regno, non la fecero entrare. Un servitore del castello, mandato dai suoi genitori, tutto fasciato per non infettarsi, le disse che non poteva tornare a casa poiché la sua famiglia aveva paura che portasse il virus presso di loro.

- Ma io sto bene, non mi vedete? - protestò la principessa, infastidita anche dalle precauzioni del servitore che la faceva sentire un'appestata. Il servitore non volle sentire ragioni e la rimandò al regno malato.

Mentre tornava verso la stanzetta dove viveva durante i suoi studi, la gente spaventata la guardava dalle finestre e la insultava come se il contagio fosse colpa sua, poiché il re aveva ordinato di stare in casa.

- Guardala, gira come se niente fosse - urlavano dalle finestre - È una straniera, probabilmente il virus l'ha portato lei, per questo sta in giro così tranquilla -

Alcuni cominciarono a tirarle degli oggetti, delle verdure, dei piatti, delle bottiglie; la colpirono e le fecero male, così Allegra cominciò a correre verso la sua stanzetta.

Incontrò delle guardie del re che la fermarono. - Cosa fa in giro di corsa contravvenendo alle regole del re? 

Allegra, in lacrime, spiegò che, essendo in salute, voleva tornare a casa sua, dai suoi affetti, piuttosto che restare chiusa nella sua stanzetta senza nemmeno potere studiare poiché ogni attività era stata sospesa. Stava sanguinando per gli oggetti che le avevano tirato e se ne lamentò con le guardie le quali risero e risposero che aveva avuto ciò che meritava disobbedendo al re. - Stavolta ti riportiamo alla tua stanza; la prossima volta che ti troviamo per strada, ti portiamo nelle segrete del regno -.

Le guardie la riportarono alla sua stanzetta, poi si fecero consegnare le chiavi della stanza e la chiusero dentro. - Ti verremo ad aprire solo quando il virus sarà sparito -.

Allegra pianse a lungo; la sua stanza era piccolissima e lei si sentiva soffocare. In casa aveva poche provviste e quindi dovette centellinarle per non restare senza. Portò il suo letto sotto alla finestra che lasciava sempre aperta, per respirare aria fresca e ascoltare il canto degli uccelli.

Un giorno, mentre guardava fuori, si accorse che da una finestra del palazzo di fronte c'era un ragazzo che la guardava. Accorgendosi del suo sguardo, lui la salutò con un gesto timido della mano. Lei rispose a quel gesto. Lui le sorrise, lei rispose al sorriso.

Il giovane le fece cenno di aspettare e sparì per qualche minuto, poi tornò alla finestra e lanciò un aeroplanino di carta che volteggiò elegantemente nell'aria e si infilò esattamente nella finestra di Allegra.

"Mi chiamo Affectio e ti sento piangere da giorni. Anch'io mi sento solo, se vuoi possiamo farci compagnia"

Allegra scrisse il suo nome su un foglietto e provò a mandarlo al nuovo amico, ma il suo aeroplanino cadde miseramente per strada provocando una gran risata nei due ragazzi. Provò di nuovo, poi di nuovo, ma tutti i suoi aeroplanini di carta finivano nella strada sottostante e i due giovani ridevano sempre più forte a ogni tentativo fallito. Affectio mandò un altro foglietto in cui spiegava ad Allegra come fare volare i suoi aeroplanini, ma anche seguendo le istruzioni la ragazza non riusciva a centrare la finestra del nuovo amico; tutta la giornata trascorse in questo modo e, per la prima volta dal suo ritorno alla stanzetta, Allegra rise senza sosta.

Quado ormai la luce del sole stava sparendo, Affectio le scrisse "Continueremo a provare domani. Passa una buona notte e, se ti senti sola, guarda la mia finestra e sappi che anch'io ti starò pensando".

Tentando e riprovando, alla fine Allegra divenne brava come Affectio e la comunicazione tra i due divenne fluida e piacevole, nonostante la distanza e le restrizioni. Affectio poteva uscire per procurarsi il cibo, così cominciò a prenderne anche per Allegra che invece non poteva uscire; con grande ingegno e perizia, costruì un lungo bastone con cui riusciva a passarle le vivande da una finestra all'altra.

Passarono settimane, mesi e anni. Per debellare il virus il re si affidava a stregoni di ogni genere; lui però non era in grado di capire chi di loro fosse bravo e chi fosse un ciarlatano, così spesso la situazione peggiorava e moltissima gente morì.

Nel regno festoso di Allegra intanto, il fratello Maggiore aveva deciso di sposarsi. Il re e la regina si apprestarono a preparare il più grande ricevimento di tutti i tempi per lo sposalizio del figlio. La regina però si rivolse al re e al figlio con decisione - Non potrà esserci alcun ricevimento nuziale senza Allegra; mi rifiuto di festeggiare questo matrimonio senza la presenza della mia unica figlia femmina -.

Il re padre pensò quindi come fare e chiese aiuto al suo consigliere saggio. - Esiste un unico mago in tutti i regni la cui magia è talmente potente da vincere qualunque maleficio, virus, pestilenza o calamità: è Mago Medicus, ma si fa pagare molto bene -.

- Non ho problemi di spesa se è per mia figlia - rispose il re padre che mandò a chiamare Mago Medicus offrendogli ciò che voleva per fare terminare il contagio nel regno degli studi.

Il re del regno malato, quando ricevette la visita di Mago Medicus, era molto scettico se ascoltarlo o meno, pensando che fosse l'ennesimo ciarlatano, che inoltre si era presentato spontaneamente senza che lui l'avesse convocato; nel corso di quegli anni gli era stato suggerito da qualcuno quel mago, ma sapendo la parcella onerosa che lui presentava, aveva preferito spendere gli stessi soldi consultando decine di altri maghi piuttosto che darli tutti a una sola persona. Quando Mago Medicus gli disse che la sua parcella era già stata pagata e che quindi a lui non sarebbe costato nulla, il re si decise a lasciarlo provare. In pochi giorni il virus scomparve completamente, liberando il regno.

Il re mandò così nelle strade i suoi araldi a urlare a gran voce che la quarantena era finita e che tutti potevano tornare alla vita di prima. Contemporaneamente il re padre mandò ad Allegra un messo che la invitava alle nozze del fratello che si sarebbero svolte il giorno dopo.

Ovviamente le guardie si erano dimenticate di avere chiuso Allegra nella sua stanza, così mentre tutti si riversavano felici per strada, lei rimase nella sua stanzetta. Il messo del padre la esortò dalla strada a buttarsi dalla finestra poiché aveva avuto l'ordine del re padre di riportarla al regno immediatamente.

Affectio però lo redarguì con forza, poiché voleva fare correre ad Allegra un rischio troppo grosso. Affectio arrivò alla porta di Allegra e cominciò a prenderla a spallate. Colpì più e più volte finché la porta cedette e Allegra e Affectio poterono finalmente abbracciarsi.

Il messo del re padre esortò la principessa ad affrettarsi poiché la sua famiglia la stava aspettando. Affectio si fece da parte per lasciarla andare, ma Allegra capì che non aveva la minima voglia di tornare da quella famiglia che per tutti quegli anni l'aveva lasciata lì sola per paura del contagio senza preoccuparsi né della sua salute né del suo stato emotivo. L'unica persona che l'aveva fatta ridere mentre piangeva era stato Affectio, l'unico che l'aveva aiutata a passare quei lunghi giorni di solitudine era stato Affectio. Lei, ora che erano liberi, voleva solo passare con lui il resto della sua vita.

Affectio e Allegra scapparono quindi via dal messo, correndo veloci tenendosi finalmente per mano, e cominciarono a viaggiare nel mondo, attraversando regni diversi, imparando nuove cose e restando sempre insieme.

Avendo capito che il vero amore si può trovare talvolta più negli affetti stabili che in famiglia, i due giovani vissero per sempre felici e congiunti.

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Roberta Brintazzoli

 

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