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MAGO/FATA

AIUTANTE

MAGO/FATA : è la potenza trasformatrice, magica energia creatrice, innovativa ed evolutiva

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AIUTANTE : è la parte altruista che, però, misura i meriti e l'essere degni di aiuto attraverso prove e scambi; il suo senso di superiorità giudica, ma stimola a crescere e fa evolvere verso la consapevolezza

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La magia è presente in tutte le fiabe e i suoi maggiori delegati rappresentanti sono, appunto, i maghi e le fate. Si trovano in doppia veste, talvolta prigionieri da liberare, talvolta malvagi che imprigionano. Il loro ruolo si sovrappone spesso a quello degli aiutanti: danno la svolta narrativa per risolvere situazioni, scappare da inganni e fornire oggetti che, a principio, sembrano insignificanti, però successivamente si rivelano indispensabili (fornendo così inopportune giustificazioni agli accumulatori seriali). A parte i maghi che accettano di lavorare sotto contratto statale, che quindi troviamo perfettamente inseriti con posto fisso nel castello del re, quelli che hanno uno studio proprio di solito preferiscono l’auto-isolamento, scegliendo grotte, castelli di proprietà, posti sperduti in mezzo ai boschi. La corte di sicuro non sostiene le pari-opportunità, perché raramente troviamo una fata stipendiata da un re. Ma si aprirebbe un capitolo a parte.

Non vogliamo sminuire gli aiutanti non magici, comunque. Il loro ruolo è sempre fondamentale, soprattutto per portare un po’ di allegria a storie di principesse lagnose e principi invorniti. La Disney ha fondato gran parte del suo business sugli aiuto-protagonisti, talvolta azzeccandone la vivacità, altre…beh, vedi Sebastian il granchio. Il codice Disney obbliga a scambiare l’aiuto disinteressatamente e per pura amicizia, creando aspettative inveritiere nella mente dei pargoli (che finiranno ben presto in psicanalisi), ma nelle fiabe l’aiutante spesso pretende in cambio qualcosa. Quindi, la sua figura coltiva dal Medioevo il germe del capitalismo moderno, che non poteva germogliare certo ai tempi della monarchia. Oggi siamo tutti un po’ aiutanti.

CONSIGLI DI LETTURA

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C’è un libro in particolare in cui le figure del Mago e dell’Aiutante sono magistralmente orchestrate in un contesto di prigionia: La tempesta di William Shakespeare. In questo caso, possiamo introdurre anche un luogo che all'isolamento dà il nome: l’isola (appunto).

L’isola è un topos della letteratura che permette di analizzare lo scontro tra civiltà e vita selvaggia. Senza contatti, senza storia, cosa succede ad un uomo/donna moderno che deve improvvisamente ripartire da zero? Si ritroverebbe nella libertà della natura o nella prigionia della mancanza? Chissà. Alcuni forniscono brillanti risposte alla Robinson Crosue, altri inquietanti alla Signore delle mosche. Non mi ricordo se Ballard ha mai ambientato un libro su un’isola, ma forse è meglio non saperlo.

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Qui, ci occupiamo di un’isola particolare. Un’isola magica e al tempo stesso ricca di prigioni. The Tempest è l’ultimo capolavoro di William Shakespeare. Molti critici vedono nella sua scrittura una sorta di testamento spirituale del drammaturgo, che identificano con il protagonista Prospero. Non faremo un’esegesi shakespeariana, perché sono quattrocento anni che ne escono tipo due all'anno.

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Come mago abbiamo Prospero, che prima era anche Duca di Milano, ma in questo compito è stato un po’ una pippa. Come aiutante abbiamo Ariel, spirito dell’aria e, direi, segretario per eccellenza.

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Prospero ai tempi di Milano era, di fatto, un nerd. Interessato più ai libri che al regno, decide di darlo in appalto al fratello Antonio. Ovviamente l’usurpazione è servita su un piatto d’argento, ma per come è andata ad personaggi shakespeariani, Prospero non può lamentarsi. Cospirando con il Re di Napoli, Antonio fa mettere il fratello e la figlia su una nave, che naufraga sull'isola. Sbarcando, Prospero trova Ariel imprigionato in un albero dalla strega precedente proprietaria del terreno, ormai perita. Il mago lo libera e convince Ariel a diventare il suo aiutante (leggesi schiavo), senza nessuna forzaura (“Se mai provi a brontolare ancora/spacco una quercia e ti rinserro/nelle sue viscere nodose/a urlare per altri dodici inverni”). Nell'isola c’è anche il figlio della strega, Caliban, che il mago adotta per poi passare ad odiarlo a morte. Caliban è colpevole di aver proposto una soluzione pratica per popolare il circondario, una soluzione che prevedeva progetti-base per lui e per la figlia di Prospero. Possiamo considerare anche Caliban una sorta di aiutante, anche se, data la pelle scura, viene rappresentato con toni che piacerebbero ad un leghista della prima ora (“Portaci legna da ardere e fa presto/Ti aspetta altro lavoro./Scrolli le spalle, canaglia?/se trascuri/ O fai malvolentieri/Ciò che ti ordino/Ti tormenterò coi crampi dei vecchi/Riempirò le tue ossa di dolori/Ti farò urlare in modo tale/Che alle tue grida/Tremeranno le belve”). Prospero e' un vecchietto a modo, insomma.

L’azione inizia quando passano casualmente vicino all'isola tutti i personaggi bastardi che hanno cospirato contro Prospero. Essendo mago potente, vengono fatti naufragare e, da qui, nasce un gioco di reclusioni, rapporti di forza, negoziazioni per la libertà.

La versione contemporanea più famosa di questo dramma è stata diretta da Giorgio Streheler per il Piccolo Teatro di Milano, che potete trovare per intero su youtube (abbiate pazienza per la qualità del video, è del 1984, ma compensa la qualità del teatro):

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https://www.youtube.com/watch?v=aVN94wgXRd4&t=1248s

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Nel 2010 è uscito un film non tanto apprezzato dalla critica, che (non ho ben capito perché) cambiava magicamente il genere di Prospero in Prospera.

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Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita

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Aggiunta ghiotta al sacco dei suggerimenti, un bellissimo libro che dà il via ad una sagra enorme, quindi se vi piace siete a posto per le prossime cinquanta quarantene. Il colore della magia di Terry Pratchett vi permetterà di fare il primo ingresso nel celebre Mondo Disco, che poggia su quattro enormi elefanti che a loro volta stanno sulla tartaruga A’Tuin, che vaga nello spazio. Nessun problema se non vi piace il fantasy, questo e' piuttosto particolare. All'interno del libro si parla anche di assicurazioni.

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Il mago Scuotivento, direi l’opposto di Prospero, accompagna in varie peripezie il turista Duofiori, assicuratore di professione. Dato che i personaggi non sono proprio eroi tradizionali, essere rapiti e imprigionati per loro è all'ordine del giorno. Ma la lettura vi permetterà anche ad avere ispirazione per il personaggio dell’aiutante, rappresentato magistralmente da Bagaglio.

 

Inutile fare ironia sui libri di Pratchett, su questo sono autoportanti.

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