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FIABA DEL NANO, DI UN DRAGO E ALTRI ARCHETIPI

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In un paese lontano lontano, ma poi nemmeno tanto alla fine, un nano decise di uscire di casa. Non poteva, perché c'era una terribile pestilenza che stavo colpendo quel paese e la gente doveva rimanere chiusa in casa. Ma lui decise di uscire lo stesso, le ragioni di questo gesto non ci interessano né spiegheremo il perché decise di farlo. Arrivato in strada (deserta), iniziò a camminare senza direzione fissa. A un certo punto, vide un drago, grande e spavaldo con le squame dorate (era della razza dei draghi d'oro, la cui origine nemmeno spiegheremo, non è importante ai fini di questa fiaba). Il nano si fermò, guardò il drago e disse:

"Sei un drago".

"Si" rispose il drago"e tu sei un nano, e allora?".

"Non so, pensavo che i draghi non esistessero" disse il nano.

"Certo che non esistiamo, ma quando la realtà perde senso e la vita si riduce a uno spazio vitale dove la mente umana deve muoversi in campi limitati rispetto al suo intelletto, anche un drago può esistere." disse il drago.

"Ah" disse il nano"Ma essendo un drago non dovresti fare cose da drago? Tipo rapire principesse, combattere principi etc..."

"In questo mondo, re, regine, principi e principesse vivono in ville di lusso, vanno in vacanza in resort super esclusivi e hanno conti segreti in Svizzera. Non mi fanno nemmeno avvicinare, come farei a rapirle? E poi mangiarle non converrebbe, sarebbe meglio chiedere un riscatto da versare su un conto alle isole Caiman. E poi io mica ho mai visto una principessa, quelle sono vip".

"Capisco" annuì il nano, e lui ed il drago rimasero a lungo in silenzio, guardandosi in torno. In fin dei conti, di cosa possono parlare un nano e un drago?

Improvvisamente, il nano esclamò:

"Hey, guarda là! Un principe e una principessa con tutto il corteo!", e in effetti lungo la strada procedeva un ricco corteo, composto da paggi, guardie, poi due individui vestiti in modo strano che dovevano essere un mago e una maga, e un paggio, che precedeva il corteo, vestito elegantemente ma con uno sguardo spento, stanco. Il corteo si fermò perché il nano e sopratutto i drago, con la sua mole, bloccavano la strada.

"Chi siete?" chiese il nano.

Il principe guardò indignato la principessa, e le disse"Perché questi plebei ci bloccano il passo?", e la principessa rispose:"Ormai non hanno più rispetto, paggio, dì subito a quei plebei di ceder passo al nostro nobile corteo!"

Il paggio guardò il nano, poi il drago (con un po’ di paura) e disse loro nel tono più autoritario che potesse: "Eh...cedete il passo al principe e alla principessa".

Il nano e il drago si guardarono intorno. La città era deserta (c'era la pestilenza, ricordate?) e c'era un sacco di spazio per passare, il corte non doveva per forza passare da li, e il nano lo disse al paggio.

Questo iniziò a sudare, poi si girò verso il principe e la principessa e chiese, con voce debole:

"Eh, dicono se possiamo deviare leggermente il percorso..."

"Che ingenuo sei" disse il principe "Il giorno in cui un nobile ricco come me dovrà cedere il passo a due plebei, vuol dire che i limiti che separano la realtà e la fantasia sono caduti, e che il mondo come lo conosciamo è arrivato alla fine. Ingenuo!"

Il nano ci pensò un attimo e disse:

"Stiamo parlando in una città deserta, qua ci sono nani, draghi, principesse, un mago....quella lì e' una fata? Credo che la realtà sia già messa a dura prova, no?"

"Questo non è niente, la realtà finirà quando i ricchi e potenti dovranno cedere il passo ai poveracci come voi!", e con fare maestoso iniziò a camminare verso il nano e il drago, con passo deciso, tanto che anche il drago, che era veramente grande, gli lasciò il passo.

Il nano e il drago guardarono sfilare il corteo, e c'era veramente un grande assortimento di persone, inclusa una vecchia vestita bene come gli altri ma che camminava con difficoltà, ingobbita....

"Tu chi sei?" chiese il nano.

"La matrigna della principessa" rispose la vecchia.

"Oh, capisco" disse il nano "Sembri stanca e triste".

"Io sono nata per uccidere la principessa e usurpare il trono" disse la matrigna "Settant'anni con un solo scopo nella vita, senza altre mete, obiettivi...settant'anni obbligata a cercare un modo per uccidere una ragazzina che tra l'altro mi sta anche simpatica, tutta la mia vita è stata questa, l'unico scopo, l'unico motivo che ho avuto in vita mia...È vita questa? E oddio pure la violenza!"

"Hum...." disse il nano "Non puoi avere tentato per settant'anni di uccidere quella principessa, lei avrà venti anni al massimo..."

"Questo perché siete plebei e non capite niente, la fantasia in situazioni di forte stress può iniziare a confondersi con la realtà; tanto, se tutta la tua vita è guardare uno schermo TV, o un computer, senza nemmeno gettare uno sguardo alla finestra perché forse spaventati da quello che si potrebbe vedere, che senso ha cercare di dare coerenza alle disavventure di una stupida matrigna e una principessa? Plebei!" e se ne andò con tutto il corteo.

Il nano e il drago guardarono andar via il corteo, e rimasero di nuovo soli nella città deserta che, come abbiamo detto, era colpita da una pestilenza.

Il nano e il drago si guardarono. Il drago disse:

"Che gente antipatica, ma hanno ragione su queste storie sulla realtà e la fantasia, siamo in un momento di cambiamento".

Il nano guardò il drago, poi si guardò intorno, guardò nuovamente il drago e disse:

"La fantasia prenderà veramente il posto della realtà quando i ricchi come quelli non saranno più così ricchi e i poveracci come noi non saranno più così poveri. Ma questo non succederà mai".

Il nano e il drago si guardarono, fecero spallucce e ognuno andò per la sua strada.

 

 

 

Simone Mascardi  

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